La larga
vittoria a Reggio Emilia contro il Sassuolo è davvero significativa. Non solo
per le dimensioni, umilianti per gli emiliani, del punteggio finale (il 7-0 è la
più larga vittoria esterna della storia dell'Inter), quanto per l'approccio alla
partita della squadra e la gestione complessiva dell'incontro. Si è vista fin
dalle primissime battute un'Inter scesa in campo per far valere la legge del più
forte. Ma senza effettuare attacchi scriteriati, lasciando voragini tra
centrocampo e difesa. Bensì manovrando con ordine, allargando le maglie della
difesa avversaria con i movimenti degli esterni e portando un pressing alto ogni
volta che il Sassuolo entrava in possesso di palla e cercava di far ripartire
l'azione, appoggiando il pallone sulla propria linea difensiva.
Il gol di
Palacio dopo soli sette minuti, propiziato da uno scatto sulla sinistra e da un
assist rasoterra di Nagatomo, appare la logica conseguenza di un evidente
dominio del campo e controllo del gioco, già dai primi minuti. Il Sassuolo
accusa il colpo e non riesce a riprendersi. L'Inter è sempre più padrona del
campo e raddoppia al 23°, dopo una travolgente discesa centrale di Juan Jesus,
che serve uno splendido passaggio a Palacio, il cui destro in diagonale si
impenna sulla deviazione di Pomini e viene spinto in rete da Taider. L'autogol
di Pucino, che, pressato da Taider, scavalca il proprio portiere con un colpo di
testa all'indietro, chiude di fatto la partita (33°). Di Francesco prova il
tutto per tutto per recuperare, schierando la squadra con un avventato 4-2-4
(con l'ingresso in campo di Zaza al 38°, al posto di Chisbah), ma non ottiene
nulla in attacco e si espone nella ripresa alle micidiali ripartenze dell'Inter:
che va ancora a segno con Alvarez (53°: dopo avere messo Palacio solo davanti al
portiere con un magnifico tocco in verticale, segue l'azione e infila in rete
dopo la respinta di Pomini), Milito (due volte, al 63° e all'83°: il primo con
un guizzo dei suoi, su magnifico assist di Alvarez) e Cambiasso (al 75°: pallone
a girare dal limite dell'area, nell'angolo alla destra di
Pomini).
Va ricordato che
il Sassuolo, pur reduce da tre sconfitte consecutive, aveva spesso disputato
delle buone partite, controllando il gioco, con un possesso palla sempre
superiore a quello degli avversari. L'Inter ha chiuso la partita con il 61% di
possesso palla, 23 tiri contro 7 degli avversari, indici di supremazia
territoriale, palle giocate, precisione nei passaggi e pericolosità
offensiva che hanno quantificato, insieme al punteggio finale, una
superiorità imbarazzante.
La squadra ha
finora dimostrato di saper far valere le proprie qualità con le più piccole,
togliendo ogni spazio di manovra alle avversarie e non concedendo mai spazi
larghi al contropiede (sfruttando in attacco la classe di Alvarez e Palacio e
l'abilità negli inserimenti di Guarin, Taider e Nagatomo). E di potersela
giocare alla pari con la squadra più forte, mantenendo un atteggiamento tattico
accorto. Adesso resta da fare l'ultima verifica importante, contro le squadre
che sulla carta, a inizio stagione, sembravano superiori alla nostra
(Fiorentina, Roma, Milan). La sfida con i viola giovedì prossimo servirà anche a
capire come la squadra sia in grado di gestire gli impegni agonistici
ravvicinati, con un mini-ciclo di tre partite in otto
giorni.
Scritto da: COSCENZA NERAZZURRA
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